Il Covid-19 ha messo a nudo la fragilità del sistema turistico nazionale e, in particolare, delle destinazioni sia locali che regionali.
Abbiamo vissuto l’inevitabile crollo dei flussi turistici, addirittura azzerati relativamente alla componente internazionale. E in più si sta assistendo a un ri-orientamento delle scelte del turista, verso la ricerca di elementi di attrattività divenuti prioritari. La fiducia verso chi eroga i servizi e la sicurezza e salubrità dei luoghi di visita, in primis.
La sfida post Covid-19 per le destinazioni
L’efficace gestione di una destinazione turistica è un processo complesso che richiede visione strategica, pianificazione e management integrato. Oltre al coordinamento delle componenti del prodotto turistico destinazione, quali risorse, attrattive, servizi, informazione ed accoglienza turistica.
Sempre più spesso il management delle destinazioni è affidato ad organizzazioni dedicate, Destination Management Organizations (DMOs). Esse costituiscono “organismi di meta-management chiamati a creare le condizioni culturali, strategiche e organizzative favorevoli allo sviluppo turistico della destinazione”.
In questo momento di crisi, molte destinazioni stanno pianificando la creazione di una DMO che possa agire come leader strategico per lo sviluppo turistico. Infatti, per avere successo oggi, non basta la promozione e l’accoglienza turistica in una destinazione. Non è più concepibile una visione frammentata per gestire un sistema complesso che richiede, invece, un approccio integrato.
Con lo scoppio della crisi, le DMO sono chiamate a formulare delle risposte concrete per fronteggiare l’emergenza. Ma anche per ri-definire il futuro del turismo nella destinazione.
Le linee guida dell’UNWTO
Secondo le Global Guidelines to restart tourism, le linee guida rivolte alle destinazioni per orientare i processi di pianificazione e gestione post Covid-19 sono le seguenti:
- Introdurre e adattare processi e procedure attuabili e armonizzate in linea con la valutazione del rischio e con il pieno coordinamento con i partner del settore pubblico e privato interessati;
- Sostenere le aziende nell’implementazione e nella formazione del proprio personale sui nuovi protocolli;
- Migliorare l’uso delle tecnologie per viaggiare sicuri, senza soluzione di continuità e senza contatti nella destinazione;
- Fornire informazioni affidabili, coerenti e di facile accesso ai protocolli al settore privato e ai viaggiatori;
- Creare programmi e campagne per incentivare il mercato interno in collaborazione con il settore privato e integrare le destinazioni;
- Promuovere nuovi prodotti ed esperienze rivolti ai viaggiatori individuali e a piccoli gruppi (specifici interessi, natura, turismo rurale, gastronomia e vino, sport, ecc);
- Prendere in considerazione le politiche sulla privacy dei dati quando si propone lo sviluppo di app di tracciamento;
- Migliorare e comunicare le competenze e i protocolli medici nella destinazione;
- Assicurare il coordinamento tra le politiche turistiche, sanitarie e dei trasporti;
- Definire ruoli e responsabilità per governi, settore privato e viaggiatori
Il piano di battaglia 2020-2021 delle destinazioni
Ormai è evidente che gli effetti del Covid-19 sul turismo si trascineranno per molti mesi. La ripresa, iniziata con l’uscita dal lockdown e l’avvio della cosiddetta fase 2, sarà un percorso lungo e difficile che, probabilmente, si prolungherà per tutto il 2020. Per il rilancio dovrebbe essere ipotizzabile il 2021.
Ci troviamo coinvolti in uno scenario di grande incertezza e di nebbia e, purtroppo, non si intravede ancora la luce alla fine del tunnel. In questo contesto, gli operatori turistici e le destinazioni devono considerare il 2020 come un anno di sopravvivenza e focalizzarsi su quattro obiettivi.
- gestione dei costi
- applicazione di misure di sicurezza sanitaria
- recupero della fiducia del turista
- cattura del mercato italiano (almeno nella prima fase), senza dimenticare il mercato internazionale.
E non solo. Ci sarà sicuramente un nuovo modo di consumare il turismo in funzione del cambiamento dei modelli di domanda. Su questi influirà sempre più l’esigenza di sicurezza e la voglia di rifuggire dalla massificazione.
È evidente la necessità del “reshape”, cioè della rimodulazione dell’offerta delle destinazioni. L’introduzione delle misure di sicurezza per garantire il distanziamento sociale obbligherà a rimodellare i servizi e la loro prestazione. Ma sarà necessario procedere anche a rimodellare e riorganizzare le proposte degli interi sistemi di offerta turistica, soprattutto per quanto riguarda l’organizzazione delle destinazioni.
Le destinazioni devono affrontare il nuovo scenario attraverso appropriate scelte di pianificazione strategica, fondate sulle seguenti fasi:
Per approfondire le strategie per le destinazioni nelle diverse fasi, leggi qui l’intero articolo PERCORSI STRATEGICI E SCELTE ORGANIZZATE E GESTIONALI DELLE DESTINAZIONI PER SUPERARE L’EMERGENZA, pubblicato nel Supplemento alla XXIII Edizione del Rapporto sul Turismo Italiano del CNR – CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE e IRISS – ISTITUTO DI RICERCA SU INNOVAZIONE E SERVIZI PER LO SVILUPPO, dal titolo DALLA CRISI ALLE OPPORTUNITÀ PER IL FUTURO DEL TURISMO IN ITALIA.